futuro

Rendere il futuro visibile con il linguaggio delle storie

Non bastano la creatività, lo spirito di innovazione e nemmeno la chiarezza di visione o di futuro desiderato, per rendere il domani che scegliamo una reale possibilità.

Realizzarlo e progettare qualcosa di nuovo è un’altra storia, che implica il superamento di alcuni ostacoli.

In generale: nelle organizzazioni è importante proteggere ciò che è stato costruito e ciò che è conosciuto. Questo è facilmente attuabile con misurazioni e pianificazioni definite, pertanto, anche quando è evidente l’intenzione di attuare un cambiamento spesso può entrare in conflitto con il vortice sempre attivo di rigide scadenze nel day by day.

Inoltre, non è detto che le persone vedano facilmente le prospettive future, perché prefigurarsi il domani è un’attività estremamente stancante e costosa. È più facile cogliere le esigenze del presente o guardare al passato come modello di riferimento.

L’entusiasmo di qualcuno, anche se condiviso a tutti i livelli dell’organizzazione, non è un driver sufficiente al cambiamento. Prima di tutto è necessario superare le abitudini e generare una spinta tale da rendere il progetto una priorità, da prendere in considerazione al pari di ciò che è già stato pianificato.

VEDERE

Come spesso abbiamo raccontato il raggiungimento di qualsiasi obiettivo parte dalla prefigurazione, o meglio dall’immaginazione, dalla visualizzazione del futuro che vogliamo realizzare e la strategia migliore per andare verso il futuro è rendere partecipata la progettazione del domani, mettendo in moto più menti per fare un viaggio di qualche anno più lontano.

Se poi le menti sono di persone diverse, per età, per esperienze, per cultura o provenienza geografica, la ricchezza è ancora maggiore e la fotografia del domani avrà colori più vividi e nitidi.

Tuttavia dobbiamo riconoscere che oggi prefigurarsi il futuro e comprendere davvero gli elementi chiave per la propria longevità non è un gioco da ragazzi. Tanto che gli esperti hanno concettualizzato un termine per descrivere un fenomeno che ci vede coinvolti tutti, indipendentemente dalla nostra generazione di appartenenza o dal contesto di riferimento.

Parliamo di presentismo: una focalizzazione diffusa e quasi esclusiva sul presente, con una scarsa, e a volte assente, capacità di proiettarsi nel futuro, sia come capacità di immaginarlo in modo spontaneo, sia di riuscire a formulare delle previsioni, anche in termini di probabilità.”

Pertanto proiezione, e proattività, verso il domani, per la gran parte di noi risultano ovattate, diminuite, in relazione con scenari in mutamento continuo e con orizzonti temporali limitati, dove ciò che può accadere è talmente imprevedibile da farci sembrare ogni possibilità equiparabile all’altra.

È stato dimostrato tuttavia che esistono strumenti per estendere il proprio sguardo, e che alcune persone hanno la capacità di cogliere meglio di altre i segnali, per evidenziare tutte le connessioni più utili a prevedere cosa accadrà e a farlo succedere.

Chi ha tra tutti la capacità di una visione più ampia ha la responsabilità di estendere agli altri il suo sguardo, prestando i suoi occhi, perché non esiste altro modo per realizzare il proprio sogno, se non rendendolo tangibile.

Un bell’esempio ci arriva dal direttore di una compagnia di hardware e software, che per mostrare ai suoi collaboratori la sua idea di sviluppo aziendale, cinquant’anni fa decise di ingaggiare i migliori disegnatori delle fiction, così da raccontare i tanti scenari del domani preferito attraverso storyboard, mock up e persino rappresentazioni tridimensionali.

Mise in scena un futuro dove la realtà virtuale era diffusa, dove tra le persone erano presenti robot con lo scopo di svolgere mansioni utili. Ebbene, questo futuro oggi è realtà anche grazie alla grande spinta della sua compagnia e alla lungimiranza del suo leader.

IL LINGUAGGIO DELLE STORIE

Per vedere il futuro occorre letteralmente VEDERE, definire i colori dell’orizzonte. Ecco perché una narrativa accompagnata dalle immagini è una strategia potente per portare il futuro in vita.

Più la storia è completa, più ha personaggi connotati, più ha dettagli vividi, più sarà efficace.

Ecco alcuni ingredienti fondamentali per la migliore trasmissione di una visione:

  • Avere sempre con sé una storia accessibile a tutti
  • Avere un contenuto visuale
  • Pensare a una storia condivisibile, che generi advocacy e che sia estendibile al NOI

Questo permette a tutti i membri dell’organizzazione di sentirsi parte del nuovo futuro.

La presenza di un artefatto condivisibile è un elemento chiave perché aumenta l’accessibilità alle informazioni, ne aumenta la visibilità, è uno strumento di engagement tanto forte tanto più il contenuto è emozionante, motivante e indimenticabile.

Filippo Brunelleschi, uno dei leader più grandi di cui ci piace raccontare, riuscì a coordinare un progetto ambizioso e a prima vista impossibile, proprio grazie a questo potere.

Scolpì la frutta e la verdura per mostrare ai suoi collaboratori il funzionamento del progetto e oltrepassare le barriere linguistiche; utilizzò persino il guscio di un uovo per mostrare con chiarezza sua visione del Duomo.

IL CHE C’È C’È

Il che c’è, c’è, dicono i toscani.

Se non fossimo abbastanza creativi? Se non avessimo il tempo o le risorse per realizzare una presentazione efficace e condivisibile della nostra storia?

A volte bisogna accontentarsi di quel che si ha; realizzare artefatti e prototipi ogni volta che si rende necessario illustrare un’idea può essere costoso.

Dunque come si fa?
Sebbene il futuro ci appaia astratto, lontano e difficile da concretizzare, possiamo renderlo tangibile e visibile se lo immaginiamo come un continuum, dove il presente di oggi era il domani per i nostri predecessori.

Se ci pensiamo, molti tratti della nostra realtà attuale erano già stati intuiti oltre cinquant’anni fa.

Prendiamo come esempio lo storico cartone animato del 1962 “I Jetson”.

I suoi autori immaginarono già negli anni sessanta un futuro in cui esistevano:

  • Macchine volanti
  • Robot domestici
  • Telefoni e tecnologia avanzata
  • Video conferenze

Ciò che in passato sembrava irraggiungibile, ad oggi è più che realistico e ciò che ora ci sembra impossibile un domani potrebbe essere più che probabile.

Dunque, se i film del secolo scorso hanno predetto così bene il futuro di oggi, non potremmo supporre che esistano già tanti progetti, film, libri, che si avvicinano alla realtà verso cui dirigiamo lo sguardo?

Un grande trucco è condividere la propria visione a partire da ciò che c’è già.

Nella nostra filmografia e nella letteratura internazionale ci sono molte opere in cui questo salto temporale è già stato fatto e forse possiamo usarli come una mappa, per partire e per orientarci meglio.

Nel 1949 George Orwell scrisse 1984 evidenziando già allora i pericoli della tecnologia e la proliferazione delle telecamere. Oggi, nel 2023 il suo ritratto, per certi versi, ci sembra attuale.

Lo stesso discorso possiamo farlo per serie TV come Black Mirror o per film come Her, che ci mostrano possibili sviluppi dell’intelligenza artificiale.

I media parlano spesso di futuro e possono aiutarci nelle conversazioni strategiche, anche come premessa di dialogo.

Un suggerimento?

Possiamo leggerli alla luce di alcune domande chiave

Per esempio

  • Chi vince in questa storia?
  • Quali sono i rischi di questa situazione?
  • Cosa è vero di quel che vediamo oggi?
  • Cosa sta germogliando e che orizzonte viene disegnato?
  • Cosa possiamo imparare di più?

Lo ha fatto anche Facebook prima di ideare il metaverso: ha chiesto a tutti i suoi dipendenti di leggere Ready Player One, per condividere la visione del futuro e permettere alle sue persone di socializzarvi.

UN FUTURO A COLORI

Qual è il modo più semplice per rendere visibile qualsiasi concetto? I bambini che eravano un tempo conoscono molto bene la risposta.

Lo avrebbero di certo DISEGNATO

Gli esseri umani lo fanno da sempre, basti pensare alle pitture rupestri. Oggi invece l’abilità di tracciare qualche linea viene spesso vista come una qualità degli artisti. Eppure è una skills comunicativa potente e alla portata di tutti.

Anche un quadrato, un cerchio e una serie di linee possono dare vita ad una visione molto meglio di molte parole in fila.

CONDIVIDERE LA TUA STORIA

Bateson diceva che “la nostra specie pensa per metafore e impara attraverso le storie” sono questi gli elementi che permettono di riempire le parole di emozioni e rendere i dati davvero visibili.

Un racconto davvero avvincente, qualsiasi sia il tema, deve avere il potere di toccare contemporaneamente la testa e il cuore, perché è vero, sentito, ed autentico.

SUPERARE GLI OSTACOLI SUL CAMMINO DEL FUTURO

È chiaro che sul cammino ci saranno sempre resistenze

  • Magari a causa di un limitato quantitativo di risorse
  • Magari perché il futuro visto non è compatibile con i piani
  • Magari perché abbandonare ciò che è consolidato spaventa

Per vedere il futuro serve tempo e quindi è importante lasciarne libera una piccola parte e dedicarla a questo, attraverso una struttura aziendale che preveda l’esplorazione. Alcuni studiosi per esempio utilizzano la tecnica del future wall, un muro da riempire, di carte e disegni, da discutere nel giusto tempo.

Infine è importante capire che la capacità di guardare lontano è come un muscolo, che va allenato quotidianamente, per accettare l’incertezza, incrementare l’innovazione, affrontare l’ambiguità vedendola come un insieme complesso e a tratti stupefacente di connessioni.

COME PUO’ TUTTO QUESTO ESSERE APPLICATO AD UN’AZIENDA?

Qualcuno disse: “l’ importante non è realizzare il futuro, ma generare nei leader delle aziende l’empowerment necessario per modellarlo”

Questo significa comprendere a pieno:

  • Cosa facciamo
  • Cosa sentiamo
  • Cosa pensiamo
  • Di cosa abbiamo paura
  • Qual è l’ecosistema di cui facciamo parte

È vitale visualizzare il framework: lo scenario e i personaggi, per collegarsi emotivamente al futuro ed elaborare conoscenze personali e per l’organizzazione.

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